L'articolazione - Coro Nuova Creazione

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L'articolazione

IL CANTO

L'ARTICOLAZIONE

Per esempio, cos'è l'articolazione della bocca?  Per articolazione intendo la giusta apertura delle vocali quando esse si pronunciano. E' importantissimo specificare per bene  il suono di ogni vocale. Più la nota è acuta e più bisogna dare spazio alla voce, occorre quindi aprire maggiormente le vocali e assumere un'espressione del viso sorridente. L'articolazione del viso è molto importante anche nel parlato. Provate a guardare attentamente i movimenti della bocca dei giornalisti dei telegiornali (almeno quelli che parlano in un corretto italiano) i movimenti della loro bocca possono sembrare esagerati, ma sono essenziali per pronunciare correttamente ciò che si stanno dicendo.

I suoni di "S" - "Z" - "C" - "G".

Le lettere di cui sopra sono consonanti e come tali sono suoni che possono essere pronunciati solo appoggiandosi ad una vocale, esse come dice il loro nome, suonano solo con l'aiuto di una vocale, ma non sempre nello stesso modo. Andiamo a conoscere i due suoni delle consonanti di cui sopra.
Le lettere S e Z rappresentano due suoni, uno sordo o aspro, come in seta e in danza e uno sonoro o dolce come in rosa e zeta.

La “S” sorda

a S si pronuncia sorda o aspra , come in seta:
quando è all’inizio di parola seguita da vocale: sapere, santo, sale;
all’inizio o nel corpo della parola, quando è seguita dalle consonanti sorde c, p, t, f, q: scale, spada, staffa, sfera, squadra, trasferire;
quando, nel corpo della parola, è preceduta da una consonante: polso, borsa, psicologo;
quando, nel corpo della parola, è doppia: rosso, disse, fossa;

La “S” sonora

La S si pronuncia sonora  o dolce, come in rosa:
quando è all’inizio o nel corpo della parola ed è seguita dalle consonanti sonore b, d, g, l, m, n, r, v: sbandare, disdire, sgusciare, slavato, snaturare, sradicare, sveglia;
quando si trova tra due vocali: mese, viso, esami. Ma sono frequenti anche i casi di S intervocalica sorda anche se queste eccezioni ormai non sono più molto rispettate nemmeno da coloro che fanno uso professionale della voce: casa, cosa, naso, riso;
nelle parole per lo più di registro dotto, in –asi, -esi, -isi, -osi: stasi, genesi, dialisi, nevrosi.

La “Z” sorda

La Z si pronuncia sorda o aspra, come in danza:
quando è seguita dai gruppi ia, ie, io: mestizia, grazia, lezione;
quando è doppia: pazzo, ruzzolare;
nelle parole terminanti in –anza, -enza, -ezza: costanza, frequenza, bellezza.
molto spesso in principio di parola se la sillaba successiva inizia con : c – f – p – t: zucche – zucchero – zolfo – zuppa – zampa – zappa – zitella – zitto

La “Z” sonora

La z si pronuncia sonora o dolce, come in zero:
quando si trova in principio di parola: zefiro, zeta, zaino. Fanno eccezione: zampa, zappa, zolla;
quando si trova tra due vocali: azalea, azoto;
nei suffissi -izzare, e zazione:nazionalizzare, nazionalizzazione.

Le lettere “C” e “G” rappresentano due suoni:

un suono duro o velare o gutturale davanti alle vocali a, o, u, davanti a un’altra consonante e in fine di parola: cane, corvo, curvo, gatto, gufo, golfo, grave, basic;
un suono dolce o palatale, davanti alle vocali palatali e, i: cena, ciliegio, giro, gelato;
Per indicare che una C o una G sono dure o velari anche se sono seguite da e, i, si inserisce tra la consonante e la vocale una H : pochi, chitarra, luoghi, ghepardo.  Per indicare invece che una C o una G sono dolci o palatali  anche davanti a a, o, u, si inserisce tra la consonante e la vocale solo una i, che ha solo funzione grafica e quindi non viene pronunciata e che da vita ai digrammi ci e gi: caccia, bacio, ciurma, giallo, giocare, giurato.
Chi è sicuro che quanto detto sopra è superfluo perchè ritiene di avere una buona dizione, provi ad esercitarsi con "una sola vocale" la famigerata "S".

ESERCITIAMOCI CON LA "S"
Di Luigi Rasi "Dell'arte del dire"


Di subito si scosse essa la sposa, e ansiosa insieme e sospettosa mosse il passo verso l’uscio della stanza dove stava lo sposo.
In forse stette un solo istante, poscia un osso spinse sporgente di su l’uscio, e l’uscio tosto si schiuse.
A! Il misero consorte sanguinoso si stava steso al suolo e semispento. Un indistinto suono messe e un hi, vista sospiro affannoso…. poi fattosi sostegno della man, s’alzo sul fianco, un secondo si resse, e disse a stento: assassina assassina !…. Ad uno sforzo anche lasciossi e ad un sospiro estremo, poscia spiro….….
La misera superstite spassionandosi sola in su la salma dello sposo, al Signor spesso spossata, il pensiero volgeva, indi: Susanna ! Esclamò, Susanna !…. Nessuno rispose. Su, sii presta !…. sollecita, Susanna ! Sempre nessuno.
La Contessa estatica, fuor di se stessa uscì da quella stanza, e corse per la casa, non cessando mai di esclamar: Susanna ! Era silenzio altissimo dovunque. Un reo sospetto la vinse…. il sangue le corse alla testa …. le scale ascese, penetrò d’un salto la stanza della serva …. era deserta ! ma sulla sedia presso la finestra stava un foglio…. lo lesse:
“non si stia a prender pensier di me, signora. Lascio la casa sua per sempre… sono io sola l’assassina del suo sposo; ma sono sicura che il Signore stesso sarà meco pietoso…. son decisa."
La serva questa lettera d’avviso che Susanna morì, ma vendicata !” Oh, Signore…. Signore !…. il tuo soccorso presto…! la testa si smarrisce !….. oh scendi Signore !…. i sensi…. i sensi miei ….


ESERCITIAMOCI CON LA "S" "C" "Z"
IL COMMERCIANTE DI BORSE
di Lorena Scaccia


Questa è la storia di un commerciante di borse, borsette e borsellini.
Centocinquanta articoli, in pelle di cinghiale, da polso, con cinture e cinturini.
Ogni mese fa un inventario. Una volta, per certi compiti, assunse un garzone. Sessanta ore alla settimana, un lavoro da nevrosi e certosino. Da eseguire in modo preciso, conciso e con metodica frequenza. Una specie di censimento delle borse insomma.
Certe volte ci voleva un mese intero, a volte meno. Certo è che nessuno poteva sapere quanto ci volesse. Il commesso, zitto zitto, faceva il suo lavoro.
Le borse di colore rosa da una parte, quelle rosse da un’altra.
Le cinte accatastate in appositi recipienti, con cartellini che segnano il prezzo.
Durante i saldi c’è lo sconto. Gli articoli scontati in cima alle scale. Su di un balconcino azzurro con strisce rosse e ciclamino.
Il cinquanta per cento di sconto sulle borse, il trentacinque per cento per le cinte, alcune, invece, solo il venticinque per cento.
Le borse a prezzo intero giacciono invece su di una rastrelliera. In un angolo dove c’è un sottofondo musicale. La rastrelliera è solida, anche se percorsa da uno scossone, le borse non cadono.
Ci sono anche una decina di zaini, color zucchero grezzo. Lo sconto sugli zaini è del quindici per cento, certi, quelli acetati e di colore rosa, di qualsiasi marca siano, sono scontati del cinquantacinque per cento. Il costo finale è di Lire 35.555 (trentacinquemilacinquecentocinquantacinque).

Leggere senza fretta, rispettando le pause legate alla punteggiatura.

State bene attenti a respirare correttamente ogni volta che è possibile. Variate la velocità del parlato, a volte più lentamente a volte più velocemente, cercando di rendere il più enfatico possibile il vostro parlato e rendere più avvincente la vostra interpretazione.

Leggere il racconto stando di fronte ad uno specchio per controllare l’articolazione della bocca durante il parlato  e i movimenti delle spalle durante la respirazione. Le spalle, come detto più volte, debbono rimanere immobili, l’aria deve essere convogliata nella parte bassa dei polmoni, provocando il rigonfiamento dell’addome.

L’articolazione della bocca deve essere esasperata. Immaginate di dover essere compresi da una persona che non sente e che deve comprendere il parlato attraverso i movimenti delle labbra.
Se è possibile registrare la lettura e riascoltarla attentamente.

Quando la lettura viene eseguita correttamente, parlate sempre più velocemente rendendo le cose sempre più difficili.

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